7 maggio 2014

InFolio 30.04.2014

Andrea Donati, capogruppo in aula del Carroccio, a ruota libera

«Alle amministrative 2015 la Lega è pronta a correre da sola»

«Io candidato primo cittadino? Se me lo chiedessero accetterei».«Con le altre forze di maggioranza gli screzi si sono tranquillizzati in previsione del voto».«Diretta streaming dall’aula?Non sono contrario, ma non siamo pronti». «Su determinati argomenti sarebbe opportuna la presenza di Alessandrini»
 

Capogruppo della Lega Nord, Andrea Donati fa il punto della situazione politica segratese, di quanto avviene in maggioranza e di come si prepara il suo partito ad affrontare tra un anno le amministrative.

 Donati Andrea, 44 anni, da 36 vive a Redecesio


La maggioranza finalmente si è ricompattata ed è tornato il sereno?
«Secondo me stiamo solo tirando a fine mandato. Gli screzi si sono placati, ma un po’ in previsione del prossimo voto. Litigare in questo momento non conviene a nessuno».

Mi sta dicendo che qualcosa cova ancora sotto la cenere?
«Diciamo che un po’ di ruggine c’è, anche se ovviamente a volte si deve fare buon viso a cattivo gioco. Si parla un po’ più di prima, questo è vero, ma la situazione non è così idilliaca, inutile negarlo».

Siete soddisfatti della considerazione che ha la Lega all’interno della coalizione?
«Secondo me non siamo ben valorizzati, non veniamo quasi mai ascoltati. Certo, il lavoro del nostro assessore Grioni non è mai messo in discussione da nessuno, ma è anche vero che il vicesindaco agisce talmente seriamente che è quasi impossibile obbiettargli qualcosa. Discorso a parte per le critiche del consigliere di Forza Italia Casadio che sembra però mosso più da questioni personali che altro. Da un punto di vista del partito, invece, mi pare che noi rispettiamo le scelte degli altri, ma non è una cosa unilaterale. Nei nostri confronti non vedo lo stesso atteggiamento».

Molti consiglieri di maggioranza lamentano di essere poco coinvolti dal sindaco. Lo pensate anche voi?
«Non è che Alessandrini ci deve mettere al corrente di tutto quello che fa, è giusto che certe decisioni le prenda in assoluta autonomia. Però, siccome non può fare ogni volta venti telefonate, qualche riunione in più non sarebbe una cattiva idea».

E del fatto che spesso non si presenta ai consigli comunali? Anche questo gli è stato rinfacciato da alcuni esponenti di maggioranza.
«Personalmente penso che su alcune questioni sarebbe utile che lui fosse in aula. Comprendo i suoi impegni, ma la sua presenza certe volte sarebbe utile anche per lui. Noi teniamo una linea precisa, ma il sindaco determinati argomenti li conosce meglio di tutti e le sue spiegazioni sarebbero utili anche a mettere a tacere le critiche».

La Lega Nord ha votato contro, ma lei personalmente era d’accordo o no sulla diretta streaming delle sedute consigliari?
«Non sono contrario a priori. Potrebbe essere un buon strumento per fare vedere ai cittadini, che lo volessero seguire, la serietà che ci mettiamo visto il tempo che sacrifichiamo alla famiglia e al lavoro. Però in questo momento non siamo pronti ad andare online. Non siamo maturi, c’è il rischio che qualcuno, anche se lo nega, possa strumentalizzare alcune discussioni e i litigi che inevitabilmente si registrano».

Perché allora lei ha letto la dichiarazione contraria della Lega e un attimo prima della votazione è uscito dall’aula?
«Avevo un impegno urgente a casa. Scherzi a parte, certe volte su alcuni argomenti ci si potrebbe anche slegare dalla maggioranza e recuperare la propria identità. Se come gruppo, o come singolo, la pensiamo diversamente è giusto farlo».

Allora perché non votare a favore invece di uscire?
«Per rispetto nei confronti della maggioranza ho preferito semplicemente uscire dall’aula. Non volevo che un eventuale mio voto a favore potesse subire strumentalizzazioni da parte della minoranza visto che la Lega è un partito unito e coeso».

A proposito di prendere le distanze, il consigliere Casadio l’ha applaudito per questo atteggiamento che lei a volte ha avuto. Lo considera un complimento o una trappola?
«Per certi aspetti mi pare un complimento. Però ribadisco che come Lega abbiamo una struttura e una linea precisa e non mi sento uno che volta le spalle al gruppo. Semplicemente credo che a volte sia giusto dissentire dalla maggioranza. È successo e credo potrà succedere ancora».

Mi dice due obiettivi raggiunti dalla Lega in questa tornata amministrativa?
«Sicuramente al primo posto metterei il collettore fognario. Con l’ex assessore Rebellato avevamo puntato decisamente a portare a termine un progetto che da troppo tempo era fermo. Credo che non abbiamo pubblicizzato in maniera adeguata questo risultato conseguito che ha portato notevole giovamento ai segratesi. Poi è difficile parlare di obiettivi raggiunti visto che le deleghe del nostro assessore Grioni, Bilancio e Servizi Sociali, sono poco visibili e certamente non eclatanti anche se importanti. E poi noi diamo spunti politici, come ad esempio su certi bandi, che non sono cose che fanno presa sulla gente, ma che sono molto concreti».

Con Maroni presidente della Regione, voi leghisti segratesi non avete un canale preferenziale per provare a spingere affinché si chiuda una volta per tutte il discorso della Viabilità speciale cittadina?
«Quando Maroni si è insediato nel 2013 il nostro Martino Rebellato, allora assessore ai Lavori Pubblici, chiese subito un incontro. Quello che si è mosso in questi mesi è stato anche grazie a questi colloqui. Ora la delega alla Viabilità l’ha in mano il sindaco e gestisce lui i rapporti con la Regione. So comunque che Grioni sente spesso Maroni e non perde occasione per ricordargli la situazione della nostre strade. La verità è che la Lega sia in Regione che in città non pubblicizza il proprio operato come fanno gli altri partiti. Forse sbagliamo e dovremo comunicare di più anche con i media».

Continuando a parlare di di Rebellato. Da quando non è più assessore è sparito. Che fine ha fatto? Persa la poltrona non si interessa più di Segrate?
«Non direi. Frequenta sempre la nostra sezione e ci dà una mano, anche perché è la nostra memoria storica del consiglio comunale. Magari non si vede in giro, ma è molto attivo e presente visto che è nel direttivo».

Prossime amministrative: la Lega porrà dei veti sulle future alleanze?
«La linea del nostro segretario cittadino Luciano Zucconi è la più valida. In un primo momento tenderemo ad andare da soli anche perché qui non si capisce con chi dovremmo allearci. Ogni due per tre c’è gente che cambia bandiera. Ad esempio a me risulta ci siano due Nuovo Centrodestra, uno che fa capo a Paolo Borlone e l’altro a Vincenzo Gervasoni. E noi con chi dovremmo parlare in questo caso? Per non dire degli Indipendenti che sono rimasti in due».

Quindi correrete da soli e poi?
«Poi si vedrà eventualmente come muoverci al ballottaggio. Siamo consapevoli che se qualcuno vincerà al primo turno potremmo trovarci anche all’opposizione, ma la cosa per il momento non ci preoccupa».

Avete già pensato a chi sarà il vostro candidato sindaco?
«Stiamo cercandolo. Posso dire che sarà sicuramente di Segrate, dovrà essere relativamente giovane e non sarà imposto da via Bellerio. Da questo punto di vista i vertici del partito stanno dando maggiore libertà di scelta sul territorio, si fidano di noi e questo ci fa piacere».

Avete già una rosa?
«No, per il momento no».

Potrebbe essere lei?
«Ammetto che non mi dispiacerebbe. Non mi sto candidando, mettiamolo subito in chiaro. Dico solo che se mi venisse chiesto non avrei problemi a valutare la cosa. Questa esperienza come consigliere mi ha arricchito molto e comunque ho intenzione di proseguirla».

Le imminenti europee serviranno per contarvi?
«Le europee sono sempre votazione anomale a mio parere. Non mi pare ci sia una campagna elettorale particolare. Non le vedo come un test attendibile in vista delle prossime amministrative comunque possano andare. Poi è chiaro che se prendiamo, che ne so, il dieci per cento sarebbe un dato che farebbe luccicare gli occhi».

Contrario al governo Renzi?
«Mi sarei aspettato di più. A parte il fatto che si trova lì senza essere stato eletto, e questo a me non va proprio giù, tante promesse, tanti slogan, ma poi oltre a vendere venti auto blu cosa sta facendo?».

Roberto Pegorini